31/12/2015
Fabio Caffio
La situazione degli spazi marittimi del Mediterraneo va verso una progressiva territorializzazione: le proclamazioni di zone di giurisdizione nazionale quali le Zee hanno infatti determinato la riduzione delle aree di alto mare rendendo quindi necessaria la cooperazione tra gli Stati rivieraschi per l'esercizio dei loro diritti.
Ma la cooperazione in quello che è a tutti gli effetti un mare semi-chiuso richiede frontiere marittime certe. Di qui la necessità di accordi di delimitazione delle ZEE e dei sottostanti spazi di Pc tra gli Stati costieri.
L’articolo esamina la prassi in materia, alla luce della dottrina delle delimitazioni secondo l’UNCLOS.
Mauro Lucentini
Due aree della politica dell’amministrazione Obama in Medio Oriente sono raramente trattate dalle fonti ufficiali. Queste sono la critica negativa che generalmente incontrano le iniziative russe nella regione e la mancanza di qualunque reazione di Washington al totale abbandono da parte di Israele al processo di pace con i palestinesi. Come spiegare la reticenza americana? Ed esiste una connessione tra le due questioni? In assenza di spiegazioni, ci sono solo teorie non dimostrate. La più plausibile è che l’amministrazione americana preferisca ignorare le due aree sensibili perché si è imbarcata in una politica estremamente difficile e delicata che incide sullo sforzo di un riavvicinamento con l’Iran, che potrebbe avere un effetto rivoluzionario nell’area ed è ostacolato da un’ampia sezione dello spettro politico americano e i principali alleati regionali degli Stati Uniti, Israele e l’Arabia Saudita. Nelle frange estreme dell’opinione pubblica americana sono dibattute altre teorie. Un esempio è un recente libro che fa risalire all’intervento americano nella prima guerra mondiale le origini di una fondamentale ostilità tra una fazione “globalista” negli Stati Uniti, incline a stabilire un’egemonia americana sull’intero pianeta e sostenuta principalmente da gruppi sionisti israelo-americani, e la Russia, spesso alleata con la Cina. Un interrogativo importante è se l’attuale politica di Obama sopravvivrà alle elezioni presidenziali di quest’anno.
Pietro Calamia
L’Autore, rappresentante personale (sherpa) del presidente del Consiglio italiano nel 1994, rievoca la preparazione e lo svolgimento del vertice di Napoli (8-10 luglio). Egli mette in luce le due innovazioni fondamentali introdotte: l’inclusione della Russia, a pieno titolo, nella parte politica del vertice ed il formato delle riunioni, limitato ai soli capi di Stato o di Governo.
Per meglio valutare la portata innovativa dell’inclusione della Russia, l’Autore ricorda che il vertice era nato come “economico”, nel 1975, a Rambouillet.
La partecipazione russa accrebbe automaticamente il valore politico delle conclusioni del vertice.
L’Autore ricorda infine le elezioni politiche intervenute in Italia nel marzo 1994, che portarono ad un cambio di maggioranza. Il passaggio dal governo Ciampi al governo Berlusconi non modificò la linea politica della presidenza italiana per i lavori del vertice.
Tatiana Zonova
L’articolo mette in evidenza l’evoluzione storica della politica estera russa con l’obiettivo di assicurare la presenza russa nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo. Tale politica è stata portata
avanti in periodi storici differenti: iniziata nel Medioevo, poi continuata dagli Imperatori russi e dai leaders sovietici. Recentemente la Russia ha adottato una nuova versione della sua dottrina marittima, che accentua la necessità di una costante presenza russa sia militare che politica nell’Oceano mondiale.
Giorgio Franchetti Pardo
L’improvvisa malattia e successiva morte di Salazar scuote il Paese che egli aveva retto per circa quarant’anni. Il successore, prof. Marcelo Caetano, uomo di una destra considerata più aperta,
suscita qualche speranza soprattutto per gli sviluppi della guerra in corso in Angola, Mozambico e Guinea portoghese. La stampa di un libro attribuito all’ex Governatore della Guinea, gen. Spinola, favorevole ad una soluzione politica anziché militare di tale guerra, pone in luce contrasti anche tra ambienti di giovani ufficiali e destra reazionaria del ministro per l’Oltremare. 24 aprile, giornata normale a Lisbona. Commenti tra diplomatici sul cosiddetto Manifesto dei Capitani, sul libro di Spinola e sul fallito blitz del 23 marzo compiuto da militari venuti da Caldas da Rainha.
Rodolfo Bastianelli
Questo studio esamina le vicende dell’Alsazia e della Lorena che vanno dalla loro annessione
all’Impero tedesco al secondo conflitto mondiale. Nel primo capitolo, viene descritta la situazione politica, insieme al particolare assetto istituzionale, delle due province durante l’amministrazione tedesca, mentre nel secondo si analizzano i rapporti, sotto certi aspetti improntati allo scetticismo, che intercorsero tra la popolazione locale e l’amministrazione francese dopo il ritorno delle due province alla Francia al termine del primo conflitto mondiale. Infine, nel terzo capitolo, si analizzano gli eventi avvenuti nel secondo conflitto mondiale quando sia l’Alsazia che la Lorena vennero occupate dai nazisti in quella che fu una delle pagine più drammatiche nella storia delle
due province. Una particolare attenzione in questo capitolo è data alla questione dei “malgré nous”, le reclute alsaziane arruolate a forza nell’Esercito e nelle SS tedesche le cui azioni, subito dopo la guerra, furono alla base di un’accesa discussione politica nonché di un’importante vicenda giudiziaria terminata con la concessione dell’amnistia da parte del Governo francese.
Giorgio Bosco
I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni sono uno dei capolavori della letteratura italiana. In questo articolo l’Autore osserva che il testo manzoniano contiene interessanti notazioni politiche,
giuridiche ed economiche. Nel campo della politica il Manzoni, avvalendosi non solo di studi ma anche di esperienze personali, analizza finemente le reazioni e la psicologia della folla durante i
tumulti popolari. Le notazioni giuridiche sono generalmente improntate a scetticismo: fervente cattolico, il Manzoni aveva poca fiducia nella giustizia umana, preferendo quella divina. In varie
parti dell’opera, poi, questa scelta si appoggia sulla relatività del diritto: “A saper ben maneggiare le grida, nessuno è reo, e nessuno è innocente”. Infine, in campo economico un capitolo de I Promessi Sposi descrive con precisione le cause e gli effetti di una carestia, con critiche ispirate alla dottrina economica liberale che manifestano sfiducia nei provvedimenti dell’autorità.