RSPI 2018/4

28/02/2019

La sfida americana

Vito Monte

Il tentativo di Trump di riportare gli Stati Uniti al centro incontrastato della geopolitica mondiale sta dando i suoi frutti. Per riposizionare meglio gli interessi del suo Paese, il Presidente tenta di allentare, o distruggere, il sistema multilaterale creato dopo la fine della guerra fredda, che ha permesso alla Cina di emergere come potenza mondiale capace, a termine, di minacciarne
l’egemonia. Per riuscirci sta puntando sulla forza dell’economia americana, utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione. «Divide et impera» è la strategia di una potenza in perdita di forza relativa che teme gli obiettivi del progetto di avanzamento digitale e tecnologico Made in China 2025. La forza dell’economia americana e del dollaro favoriscono i disegni del Presidente americano, nel breve termine. Ma mettono sotto eccessivo stress un sistema mondiale basato sul
generalizzato turbo-indebitamento e sul dollaro.

Palestina, un conflitto esplosivo

Massimo Castaldo

La questione palestinese è la chiave del conflitto arabo-israeliano. Ma Israele ha preferito ignorare per oltre quarant’anni la questione palestinese. Gli Israeliani, infatti, hanno sempre sostenuto chei Paesi arabi hanno lo spazio per accogliere i rifugiati palestinesi. Gli Stati arabi hanno sempre rifiutato di accogliere i rifugiati palestinesi sostenendo il loro diritto a tornare nelle loro case e nelle loro terre. Anche quando gli Israeliani sono riusciti ad ottenere un trattato di pace dall’Egitto, dopo la guerra del 1967 e dopo la morte di Nasser, dal successore Anwar el-Sadat, il trattato di pace aveva in allegato un accordo ad interim per la soluzione della questione palestinese, che gli Israeliani si illusero di poter risolvere offrendo ai Palestinesi della riva occidentale del Giordano autonomia di gestione municipale.

America Latina: stabilità nelle incertezze

Francesco Capece Galeota

Dal 2017 sono in corso oltre 12 elezioni presidenziali in America Latina. In Brasile i risultati hanno segnato una rottura con il passato. Ciò in relazione ad una lunga serie di processi per corruzioni che si sono succeduti nel corso degli ultimi due anni, coinvolgendo il mondo politico ed economico del Paese. L’Argentina liberale di Macrì deve sormontare ostacoli politici. Sul lato del debito estero si è raggiunto un accordo con gli organismi finanziari internazionali.

The evolution of Indian development cooperation policies in Africa: pursuing a distinct and proactive role

Alessandra Testoni

L’articolo analizza il dinamico e complesso processo globale della cooperazione Sud-Sud. Nello specifico esamina il ruolo dell’India e descrive le caratteristiche specifiche della sua cooperazione e lo sviluppo del suo soft-power nel continente. Oggi la cooperazione Sud-Sud e la narrativa della strategia win-win sono i capisaldi della politica estera dei donatori emergenti verso l’Africa, soprattutto di India e Cina. Questi fanno ricorso ad un concetto più ampio di aiuto allo sviluppo anche alla ricerca di risorse, relazioni diplomatiche privilegiate e nuove opportunità economiche.

«Outside the main arenas of US attention»: the Johnson administration African policy

Lorella Tosone

Se la storiografia sulle relazioni fra gli Stati Uniti e i Paesi africani non è molto ricca, quella relativa alla politica africana del presidente Lyndon Johnson appare particolarmente carente. I pochi lavori che esistono, inoltre, tendono a dare di quest’ultima una valutazione piuttosto negativa. Johnson avrebbe trascurato l’intero continente e le sue esigenze di sviluppo, si sarebbe disinteressato delle relazioni personali con i leaders dei Paesi africani di nuova indipendenza e avrebbe ridotto drasticamente gli aiuti allo sviluppo, che fino a quel momento l’amministrazione Kennedy aveva utilizzato come strumento di containment in Africa e come testimonianza della fiducia di Washington nelle potenzialità della modernizzazione africana, guidata dagli Stati Uniti e dall’Occidente.

Il progetto di Unione francobritannica del giugno 1940 fra istanza federalista e ruse de guerre

Corrado Occhipinti Confalonieri

Il progetto di Unione franco-britannica del giugno 1940 fu il punto di sbocco delle proposte federaliste che dagli anni Trenta circolavano in Europa oppure rappresentò una strategia mancata per rafforzare la volontà di resistere del governo francese di fronte all’avanzata nazista? L’Autore ricostruisce il discorso federalista che si stava sviluppando non solo negli ambienti diplomatici, ma anche politici, attraverso incontri periodici fra i partiti delle due nazioni e iniziative prese dai rispettivi Ministeri dell’Istruzione per superare la diffidenza negli strati giovani della società.