RSPI 2018/3

15/11/2018

L’Europa conviene? Successi e crisi dell’Unione Europea

Sabino Cassese

L’Autore presenta l’Unione Europea come una costruzione originale che non solo si è sviluppata rapidamente, ma ha anche raggiunto i suoi obiettivi principali (tra cui la pace in Europa) con grande successo. Sulla base di un’analisi delle strutture e dei processi che hanno caratterizzato l’evoluzione dell’UE, nonché degli equilibri e delle convenienze che si sono venute a creare, si può pesare, nonostante le opposizioni sorte in alcuni Paesi, a possibili futuri radiosi.

Le sfide per l’Italia nella nuova Europa

Maria Grazia Melchionni

Il nuovo aspetto assunto dall’UE tra il 1995 e oggi e la posizione politica e negoziale dell’Italia in esso sono i temi affrontati nel contributo. L’Autore si sofferma in primo luogo sul grande allargamento dell’UE verso Est e sul Brexit, e sulla base di queste trasformazioni analizza problemi e prospettive in relazione alla possibilità di costruire una Grande Europa politica. È evidenziata la necessità che, di fronte alle sfide che la precarietà dell’attuale situazione internazionale comporta, le antiche Grandi Potenze europee mettano da parte spirito di
dominazione e considerazioni di prestigio e si formi presto una combinazione di Stati capace di esprimere una volontà comune in materia di politica estera e di sicurezza e di difesa, e di attrarre a sé nel tempo quei Paesi che ancora si attardano in una visione del mondo anacronistica.

Sicurezza euroatlantica nel post-Brexit

Giulio Terzi di Sant'Agata - Francesca Voce

L’Unione Europea (UE) è la più grande economia del mondo, una democrazia solida ed una società stabile. Se l’Unione ed i suoi Stati membri rappresentano una realtà così avanzata, perché la loro influenza globale rimane al di sotto del loro peso? Gli sviluppi geopolitici aggiungono nuove minacce a quelle già note all’Alleanza atlantica e all’Unione Europea. Una tendenza per lungo tempo definita ‘imperialismo occidentale’ sta riprendendo la sua forza, ma in un’altra
prospettiva. Le sfide per la sicurezza stanno crescendo in intensità, natura ed importanza, assumendo un carattere ‘ibrido’. Infatti, oltre le quattro dimensioni tradizionali della difesa - terra, aria, mare e spazio - la ‘quinta dimensione’ dello spazio cibernetico deve ora essere presa in considerazione. Il post-Brexit non può trascurare l’importanza delle recenti ‘lezioni apprese’, come l’operazione del 14 aprile 2018 contro l’arsenale chimico siriano e la missione congiunta
Stati Uniti-Gran Bretagna-Francia, sulla quale sia l’Alleanza atlantica che l’Unione Europea hanno espresso approvazione, unanimità e supporto. Altre ‘lezioni’ possono essere colte dalle operazioni di peacekeeping e dall’iniziativa antiterrorismo nella regione del Sahel.

Brexit and the Irish border: consequences for the peace process

Michael O' Neill

La decisione del referendum britannico del 2016 sull’appartenenza all’UE volta a portare fuori il Regno Unito dall’Unione Europea determinerà conseguenze significative e durature. Per il Regno Unito e le sue relazioni con i vicini europei, per il tessuto costituzionale dello Stato britannico, per la stessa UE in un momento di crescente ansia del pubblico sul futuro del progetto europeo.
Le conseguenze di questa decisione non avranno impatto maggiore, comunque, di quello che ci sarà sull’ancora fragile processo di pace conosciuto come il Belfast Agreement del 1998 negoziato da tutti i rappresentanti delle principali comunità culturali delle province e i governi del Regno Unito e della Repubblica di Irlanda. Questo evento storico ha condotto alla fine di decenni di violenza politica e di secoli di acredine settaria, o così almeno era stato sostenuto da tutti i
partecipanti. La Brexit sta mettendo in dubbio il futuro di questo processo di pace.

Il difficile ritorno dell’Iran

Emanuele Pignatelli

Settimo paese al mondo per riserve petrolifere e secondo per quelle di gas, l’Iran vive oggi due differenti serie di scontri, all’interno ed all’esterno delle sue frontiere. Sul piano interno, il governo moderato del premier Rouhani si trova in difficoltà con il paese reale, deluso per il mancato arrivo dei frutti attesi dall’accordo sul nucleare del 2015 con l’Occidente (Joint Comprehensive Plan Of
Action - JCPOA) e duramente critico per la diffusa corruzione ed i limiti alle libertà politiche ed economiche che tolgono qualsiasi prospettiva di sviluppo ad un paese con il 75% della popolazione al di sotto dei 35 anni. Ancora più grave è lo scontro con i ‘falchi’ dei Guardiani della Rivoluzione, ostinati critici delle limitazioni ai programmi nucleari e missilistici imposte dallo stesso accordo del 2015.

La Federazione Russa nel Mediterraneo

Tiberio Graziani - Alberto Cossu - Filippo Romeo

L’articolo descrive l’importanza strategica della regione del Mediterraneo nel contesto globale e, a partire dai cambiamenti in atto, le strategie politiche, militari ed economiche che la Russia sta attuando per garantirsi un ruolo di rilievo in questa area del mondo. La Federazione Russa dopo l’intervento in Siria ha acquisito un ruolo di player di primo piano per stabilizzare questa regione ed avviarla verso una pace duratura. Questo impegno si è concretizzato nell’intensa attività diplomatica rivolta a trovare una soluzione pacifica alla crisi siriana.

British federalist proposals between XIX and XX Centuries

Claudio Giulio Anta

A partire dagli anni Sessanta del XIX secolo, il federalismo divenne oggetto di studio per diversi pensatori e accademici al di là della Manica. Inizialmente emersero almeno due principali interpretazioni: un primo gruppo di intellettuali si schierò a favore di una ristrutturazione federale dell’Impero britannico per renderlo solido come gli Stati Uniti; mentre un secondo gruppo sostenne una federazione di paesi europei per creare un continente pacifico.

Individuo e specie nel dibattito sulla finalità dell’uomo in Karl Marx e Friedrich Nietzsche

Antonio Saccà

Dopo l’Illuminismo e la Rivoluzione francese la Ragione si identificò con Dio e Dio con la Ragione; dopo l’Idealismo tedesco segnatamente di Giorgio Federico Guglielmo Hegel, Dio e la Ragione, fattasi dialettica, si attuarono nella Storia. Fu la Storia a rendersi razionale e divina. Non tutti furono convinti di queste evoluzioni del pensiero. Coloro che ritenevano fondamentale l’indagine sul destino oltreumano dell’uomo considerarono una diminuzione falsificatrice limitare
la valutazione dell’uomo alla Storia (Soren Kierkegaard); coloro che non reputavano inevitabilmente progressivo il cammino dell’umanità irridevano al presunto trionfo della Ragione, sia pure dialettico-drammatico (Giacomo Leopardi, Arthur Schopenhauer); altri, di netto, coglievano la totale solitudine dell’individuo, concluso e chiuso in se stesso, e conseguentemente, con la fine
della propria individualità, si perveniva al nulla completo (Max Stirner).